Andrea Bianchi: il coraggio delle idee.

E’ da oltre una settimana che si protrae la polemica su un post del sindaco di Trenzano (BS), Andrea Bianchi, da lui scritto in seguito alla “scoperta”, da parte dello pseudo-giornalista Berizzi di Repubblica, del lido “fascista di Punta Canna, a Chioggia. Una polemica sorta in merito alla recente proposta di legge del deputato piddino Fiano, che vuole mettere al bando i gadget ispirati al Ventennio fascista e inasprire la legge sull’apologia di fascismo già esistente. Riportiamo quindi le parole del sindaco Andrea Bianchi, nostro amico, che condividiamo al 100%:

“In questi giorni parlamentari, sottosegretari, prefetti e altri servi di questo #Statodimerda, in cui la gente muore sotto i cavalcavia che crollano, sono impegnati a censurare, rimuovere, impedire, travisare, mistificare ed infangare tutto ciò che rappresenta e fu fatto durante il Ventennio, o che anche solo lo ricordi. Il democratico #Fiano ha già pronta una legge. (altro…)

Attenzione! I nonni non li avete avuti solo voi. I libri e le fonti storiche non sono solo quelli spacciati e quelle spacciate male dalla scuola pubblica repubblicana. Gli italiani non sono tutti debosciati con l’anello al naso.

Continuate a governare e portare allo sfascio questo Paese, una volta grande, all’insegna del vostro #antifascismo e il #Fascismo inevitabilmente tornerà.

Forse anche solo per l’esigenza istintiva di distinguermi da voi, più vi sento parlare e più mi sento fascista.

Ora che l’ho detto, anzi che l’ho scritto, cosa intende farmi? Mi arrestate? Mi ammazzate?
#PuntaCanna”

Questo il testo scritto il 11/07/2017 a cui poi è seguita un ulteriore conferma il 16/07/2017:

“Apprendo da giornali e giornalisti della denuncia a mio carico che sarebbe stata presentata alla Polizia Postale dal Prefetto di Brescia.

Non conosco l’accusa, probabilmente vilipendio, forse apologia del fascismo, certamente a seguito del mio post. Quello incriminato che ormai conoscete e avrete letto. Fossero queste due, le rigetterei entrambe; mentre sarei disposto a riconoscermi colpevole se l’accusa fosse la critica e/o l’offesa a questo Stato. La Nazione é una cosa, lo Stato ne é un’altra. Proprio perché amo la mia terra, la mia bandiera ed il mio popolo, non riesco a tacere la mia indignazione per questo Stato.

Prosegua pure sulla sua strada il Prefetto, ma al contempo lo invito a smentirmi con i fatti. Per esempio, si prodighi per trovare risorse e mezzi per i volontari dei Vigili del Fuoco di Chiari o per i volontari dell’Ambulanza di Trenzano che, dimenticati da questo Stato, ormai faticano pure a comprarsi le scarpe necessarie ad effettuare i loro servizi cosí essenziali per il nostro territorio. Servizi che questo Stato, senza questi preziosi volontari, non sarebbe in grado di garantire alla popolazione.

Sarei ben lieto di porgere le mie sincere scuse se riuscisse in questo senso. E nel caso mi dimetterei anche.”

 

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