I 4 ELEMENTI CHE HAN FATTO AUMENTARE LE BOLLETTE

I NUOVI RINCARI ENERGETICI: UN MIX DI FATTORI RICONDUCIBILI A SCELTE POLITICHE ERRATE.

Come abbiamo amaramente appreso a causa di un’ “inopinata fuga di notizie” (ufficialmente l’annuncio era previsto per i primi di Ottobre) gli italiani – così come per altro i cittadini di tutto il mondo – saranno costretti a rivedere i propri bilanci familiari a causa dei consistenti aumenti dell’energia.

Le motivazioni sono molteplici e cercheremo brevemente di analizzarle, ma è indubbio che una serie di errori politici reiterati nel tempo hanno contribuito ad esacerbare una situazione già complessa.

Anzi tutto una notizia: soprattutto in Europa questi aumenti si consolideranno nel tempo e non bisogna illudersi su futuri ribassi consistenti. La prima diretta ed irreparabile conseguenza sarà sociale, poiché è chiaro che ciò peserà di più sui soggetti economicamente fragili, allargando ulteriormente disuguaglianze già radicate da decenni.

Se tentiamo una sintesi delle cause le potremmo dividere in quattro macrocategorie:

  1. POLITICHE MONETARIE

Essendo l’inflazione strutturale di lungo periodo un fenomeno meramente monetario dovrebbe essere chiaro a chiunque che gli interventi monetari delle banche centrali mondiali hanno avuto un effetto devastante sull’aumento dei prezzi di molti beni di consumo. Se vi sono più Euro, Dollari etc. che rincorrono una stessa quantità di merce prodotta il prezzo di questa merce aumenterà conseguentemente. Se poi intervengono fattori “esterni” quali la recente gestione della crisi pandemica che incidono sia sulla domanda che sull’offerta in modo disordinato, ma solo in parte imprevedibile, le tensioni sui prezzi saranno ineludibili. Tutto ciò era ben chiaro già mesi fa, ma del resto tali politiche inflazionistiche proseguono imperterrite da una trentina d’anni e sono ormai fuori controllo.

Guarda caso è lo stesso lasso di tempo durante il  quale le classi medie europee han perso molto del loro potere d’acquisto senza neppure capire perché, visto che la propaganda svia dalle vere motivazioni.

  1. POLITICHE FISCALI

Gli oneri di sistema, il peso delle accise e delle imposte sul valore aggiunto (che si applicano anche alle accise!) pesano per circa la metà del prezzo finale al consumatore. Sulla benzina queste voci sono ancora più consistenti. I recenti aumenti valgono circa 5 miliardi di euro su imprese e famiglie e le proposte del Governo di spostare in parte l’onere alla fiscalità generale sarà un provvedimento una tantum che non cambierà il quadro di fondo: tali scelte sono completamente anti sociali e, come al solito, hanno un impatto enorme sulle fasce più deboli della popolazione sempre più esasperate.

  1. GEOPOLITICA

La nota dipendenza di gran parte dell’Europa dalle importazioni crea una fragilità di fondo che da troppo tempo viene affrontata in modo confusionario ed altalenante: nel 2011 s’è distrutta la Libia contro ogni nostro interesse nazionale e da anni si perseguono politiche sanzionatorie nei confronti della Russia del tutto controproducenti. Le recenti uscite del Parlamento Europeo nei confronti della Russia, accusata di strozzare l’offerta tramite le politiche di Gazprom, sono puerili. Semplicemente i russi han bisogno di noi, e noi di loro.

Tant’è che la Germania, nonostante le pressioni americane, ha completato la costruzione del Nord stream 2 che per ora non è ancora attivo. L’ultimo passo tecnico-burocratico autorizzativo di questo progetto avverrà ad inizio 2022 potrebbe allievare la situazione, ma non prima dell’inverno successivo. In ogni caso invece d’attrarre la Russia nel suo naturale alveo europeo, la si spinge verso est: accordi sempre più importanti con la Cina prevedono tra l’altro che le transazioni già avvengono ora in rubli o yuan, bypassando il dollaro, così come la Russia vuole tagliare fuori per ovvi motivi il gasdotto ucraino. Queste pressioni politiche di un’Europa succube degli Stati Uniti (che vende all’Europa gas naturale liquefatto a prezzi molto più alti) costano miliardi di euro ai consumatori europei.

  1. POLITICHE DI TRANSIZIONE ENERGETICA VERSO FORME DI ENERGIA “PULITA”

Quando i politici europei spingono – anche legittimamente, ma come costume senza il minimo di chiarezza – verso l’utilizzo di forme di energia definite rinnovabili attraverso l’utilizzo della fiscalità (ossia sostenendole economicamente e penalizzando al contempo tutto il resto) fanno un’operazione riguardo alla quale si dimenticano di sottolineare un effetto decisivo: i costi di questa “transizione” sono e saranno elevatissimi.

Se da un lato potremmo ottenere l’importante risultato d’essere meno dipendenti dall’estero, dall’altro – allo stato attuale della tecnologia – è inutile illudersi che fonti alternative possano sostituire quelle tradizionali. Se non fossero finanziate con le bollette e la fiscalità generale ed un folle sistema di compravendita delle quote d’emissione di CO2 questo sistema crollerebbe immediatamente. I problemi di stoccaggio, l’aleatorietà della produzione (la mancanza di sole in Germania dello scorso inverno ha provocato diversi black out e quella di vento in nord Europa ha contribuito all’aumento dei prezzi di gas e petrolio) provocano e provocheranno sempre più interruzioni nella catena di approvvigionamento. Del resto come si produce in fin dei conti l’energia elettrica? Bruciando idrocarburi… questo per dire che, ad esempio, la politica sulle automobili elettriche è una farsa totale che costa miliardi e non risolve alcunché.

Il tutto senza che vi siano evidenze scientifiche definitive che la produzione di CO2 antropica possa effettivamente influire su temperature e clima.

Qua non si tratta di essere “anti ambientalisti”; esattamente l’opposto: ci si concentri su sprechi ed inquinamento in modo trasparente, invece che inseguire le chimere di emissioni zero entro il 2050.

Perché solo con un drastico calo della popolazione ciò sarebbe possibile. O è quello cui si punta?

Se teniamo conto di tutti questi fattori e dei risvolti che si hanno nell’immediato ed ancora più nel futuro la mancanza di una vera e propria politica energetica realistica, pragmatica ed economicamente sostenibile è il vero problema.

Tenendo conto degli aspetti suddetti e che, al di là della retorica, l’Europa non ha una politica energetica comune e coerente è facile prevedere che i recenti rincari si consolideranno nel tempo. Se sommiamo a ciò le politiche agrarie e degli allevamenti europee da decenni disastrose l’aumento generalizzato e costante delle materie prime è ineluttabile.

Ci si augura di sbagliare, ma le possibilità che in futuro si possa sperimentare il freddo vero trangugiando al contempo polpettoni di scarafaggi non è così remota. Sta nei numeri e negli intendimenti dei “progetti” europei.

Naturalmente godersi il privilegio del rigido clima invernale e di un’alimentazione sana ed equilibrata sarà concesso solo a chi sarà in possesso di puntuali, rinnovabili e revisionabili autorizzazioni elettroniche, delle quali in questi mesi abbiamo appena cominciato a sperimentare gli effetti.

(altro…)

 

Facebook
Facebook
RSS
GOOGLE
http://www.bresciaaibresciani.org/i-4-elementi-che-faranno-aumentare-le-bollette