#CULTURA: 2 LUGLIO ’93, CHECK POINT PASTA, I NOSTRI EROI DIMENTICATI

Mogadiscio, 1993: la Somalia, ex colonia italiana, è nel pieno di una guerra guerra civile dopo la destituzione, nel 1991, del Capo di Stato Siad Barre. Non esiste un governo stabile e l’autorità è rappresentata da vari signori della guerra che esercitano in sostanza una sorta di antico potere feudale basato esclusivamente sulla forza delle proprie milizie.
In un clima di post-guerra fredda le Nazioni Unite organizzano una serie di missioni internazionali sotto la guida degli Stati Uniti alle quali prenderanno parte diverse altre nazioni, tra cui, a sorpresa, anche l’Italia.
L’obiettivo del Governo italiano, mai dichiarato ufficialmente ma limpido ai più attenti, è quello di sfruttare la missione ONU per ritornare ad operare in una zona tradizionalmente “amica” dell’Italia e continuare a difendere i propri interessi nell’area. Non dimentichiamo a tal proposito gli eccellenti rapporti instaurati negli anni ’80 tra Bettino Craxi e lo stesso Presidente Barre, che arrivò a definire la Somalia una sorta di regione italiana aggiunta.
L’operato dei vertici militari italiani si dimostra quindi da subito differenziato rispetto agli obiettivi USA, tanto che nel corso del tempo i 2 comandi agiranno sostanzialmente separati con legittime diffidenze, fino ad arrivare ad ignorarsi quasi completamente.
E’ in questo contesto che il 2 luglio 1993 avverrà la Battaglia del Pastificio, così chiamata dal nome del Check point italiano posto nei pressi di un vecchio pastificio Barilla dei tempi coloniali.
Una colonna italiana, durante un rastrellamento, finisce in un’imboscata dei miliziani somali e quello che ne seguirà sarà il più considerevole scontro armato compiuto dalle Forze armate italiane dalla fine della Seconda guerra mondiale:
da parte nostra cadranno sul campo Andrea Millevoi, Stefano Paolicchi e Pasquale Baccaro oltre al ferimento di una 40ina di altri militari. Per contro le perdite somale, mai accertate, parlano di almeno 67 morti e molti altri feriti ma altre fonti parlano di un numero molto maggiore di vittime. La postazione, inizialmente persa, verrà ripresa dagli italiani diversi giorni dopo in completo disaccordo con le direttive ONU, senza ulteriori spargimenti di sangue
A seguito di altre considerevoli perdite, tra cui quelle USA della Battaglia di Mogadiscio famosa per il film Black Hawk Down, il Presidente americano Bill Clinton ordinò il ritiro del contingente a stelle e strisce ponendo di fatto termine all’intera missione.
Finirà così uno degli ultimi atti da Nazione sovrana dell’Italia, nel frattempo finita nel caos di Tangentopoli e da allora sempre più protagonista di una politica estera succube della NATO e delle sue scelte miopi, vicenda Libia inclusa, con il corollario “profughi” di cui subiamo oggi tutte le conseguenze. (altro…)

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