La nostra pagina instagram è stata cancellata, casualmente(?) subito dopo l’interessamento di Paolo Berizzi con un articolo edito da “La Repubblica”. L’autore, con più di un mese di ritardo, si è accorto della nostra “Brescianistan school cup”. Ma cos’era? Perchè ha creato tante discussioni fino ad arrivare al ban del profilo?
Facciamo qualche passo indietro…
Il 6 novembre 2019 il “Giornale di Brescia” riporta on line il caso della presentazione del liceo classico Arnaldo che, nell’offerta formativa del liceo ginnasio, precisa: “Gli alunni provengono da un contesto sociale medio-alto, che offre buone potenzialità di formazione culturale e ricchezza di stimoli. La presenza di studenti con cittadinanza non italiana è numericamente limitata.”
La notizia in breve tempo fa il giro del web attirando critiche da più parti. Il liceo che da sempre è stato la culla della “Brescia bene”, in prima fila per sconfiggere le diseguaglianze e il razzismo, adesso si vanta di avere quasi solo italiani dell’alta borghesia?
Da qui l’idea di smascherare il buonismo ipocrita dei radical chic nostrani. Vogliono gli immigrati e i poveri, ma non nella scuola dei loro figli.
Abbiamo creato una sfida social: 32 “squadre”, 8 gironi all’italiana. Le prime due passano il turno. Si vota la scuola con il più alto tasso di immigrati, della prima o della seconda generazione.
Come era facile prevedere il sopracitato “Arnaldo” ,così come i licei cittadini e le scuole private, ha avuto la peggio. Hanno passato invece il “turno” le scuole bottega, i cfp e gli istituti tecnici.
In una maniera diversa, che strappasse un sorriso ma contemporaneamente stimolasse la riflessione, abbiamo voluto trattare una scottante tematica della scuola: la differenza tra scuole private e pubbliche, dei problemi di apprendimento con le classi con un alto tasso di immigrati e le difficoltà di una piena integrazione.
Purtroppo questo non ci è stato concesso.
Come nei peggiori incubi cyberpunk, oggi sono le corporation private a stabilire chi possa esprimersi e chi no, quali argomenti si possono trattare e quali invece debbano rimanere nascosti.
Oggi tocca a noi, magari domani a tanti altri. Niente paura comunque, esiste la pagina di riserva, il canale telegram, il sito internet oppure quello legato a pornhub (creato per l’appunto come provocazione sulla libera informazione)!
Ed esiste soprattutto la nostra gente e la nostra terra, esiste Brescia, che continueremo a tutelare non solamente dietro ad uno schermo ma nell’azione quotidiana.
Brescia Ai Bresciani, molto più di una pagina Instagram.
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